domenica 8 marzo 2015

I: Debora Serracchiani


Da: Debora Serracchiani
Inviato: ‎08/‎03/‎2015 21:09
A: mazzoldi.enrico@libero.it
Oggetto: Debora Serracchiani

Debora Serracchiani


Le riforme restano come sono

Posted: 08 Mar 2015 08:49 AM PDT

downloadIntervista rilasciata a Alessandro Trocino e pubblicata su il Corriere della Sera

«Non mi piace essere chiamata avvocata o presidentessa. Al limite, meglio "la presidente"».

Debora Serracchiani, vicesegretario (o vicesegretaria) pd, non condivide la battaglia lessicale del(la) presidente della Camera Laura Boldrini. Perché?

«Non credo che la questione del linguaggio oggi sia la priorità. Meglio affrontare altri temi, come l'eguaglianza retributiva e la lotta al  femminicidio».

Oggi è l'8 marzo: lo festeggia?

«Mai festeggiato molto. Però è una giornata che può essere usata per affrontare i temi di cui parlavo. E come monito, per ricordare che la strada è ancora  lunga».

Anche quella delle riforme? Nel Pd c'è chi vuoi cambiarle.

«Non c'è motivo di cambiare né la riforma del Senato, né la legge elettorale».

Per Miguel Gotor, «se non cambia la riforma del Senato, non voteremo l'Italicum».

«Legare le due cose mi sembra  un terzo tempo incomprensibile. Abbiamo ampiamente discusso, ora si chiuda il più presto possibile».

Ma i dissidenti dem potrebbero preparare un'imboscata. E se votassero contro?

«Non abbiamo mai espulso nessuno e non lo faremo ora, anzi con il dissenso cerchiamo il dialogo. Ma lascerei le frammentazioni al centrodestra».

Sperate nel soccorso azzurro? Forza Italia, magari la parte verdiniana, potrebbe convergere nel segreto dell'urna.

«Non so se convergerà, ma certo le riforme sono state costruite con l'apporto di tutti e più volte c'è stata una scomposizione e ricomposizione dei gruppi parlamentari».

Cuperlo non vuole stare in un partito di centro che guarda a destra.

«Abbiamo ridotto il costo del contratto a tempo indeterminato, tassato le rendite e detassato il lavoro, dato un bonus di 8o euro ai lavoratori, abbassato le tasse alle imprese. Se non è sinistra questa, fatico a capire cosa lo è. Ma non credo che gli italiani non dormano per questa preoccupazione. Contano le politiche concrete, non le etichette».

Chiedono di usare i soldi risparmiati con lo spread per fare cose di sinistra.

«L'economia ci può aiutare, cí sono dati incredibili. Lo spread sotto go, l'euro debole, il petrolio che cala, una ripresa timida ma visibile, le assunzioni che ripartono. Il tesoretto che si libererà potrà essere usato per abbattere la disoccupazione e aumentare la  formazione  professionale».

Renzi riabilita il «partito delle tessere».

«Non è un ritorno al passato. L'Italicum dà più peso a chi è strutturato sul territorio e noi stiamo già cambiando. Nel Pd la rivoluzione è già in corso».

Il caso Campania vi ha messo in imbarazzo.

«Al di là del caso singolo, io dico che primarie sono irrinunciabili, ma bisogna arrivare a fare chiarezza su alcune regole. La legge Severino non si cambia. Ma bisognerà allineare il codice etico del Pd con la legge».

Ncd vorrebbe anticipare la stretta sulle intercettazioni.

«Non c'è motivo. Ma troveremo una sintesi».

Che effetto le ha fatto leggere le ultime intercettazioni su Berlusconi?

«Lo stesso di quando le vidi la prima volta, negativo. Un ritorno al passato».

Eppure ci fate le riforme. 

«Sì, abbiamo ritenuto necessario farlo, ma restiamo profondamente diversi».

I: Enews 391, domenica 8 marzo 2015


Da: Matteo Renzi
Inviato: ‎08/‎03/‎2015 18:07
A: mazzoldi.enrico@libero.it
Oggetto: Enews 391, domenica 8 marzo 2015

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8 marzo 2015

eNEWS 391

 
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Finito il primo anno di governo, non è tempo di bilanci. Un anno su quattro, infatti, significa che siamo ancora a metà del primo tempo. Ma una prima verifica può essere utile tra di noi, che da anni ci diciamo le cose in modo schietto.

La sintesi: il Paese si sta rimettendo in moto. L'Italia sta davvero cambiando verso, passando dal meno degli ultimi anni al più, ma proprio per questo adesso dobbiamo intensificare gli sforzi. Tutta la fatica di quest'anno rischia di essere vana se adesso non acceleriamo. Guai dunque a sedersi.

L'Italia sta ripartendo. Lo vediamo da alcuni dati.

  • In un anno sono aumentati i posti di lavoro, più 134mila. Con le misure della legge di stabilità, zero tasse per chi assume a tempo indeterminato e con la riforma del lavoro (Jobs Act) sarà ancora più facile assumere. Il JobsAct aumenta le tutele per chi perde l'occupazione, ma soprattutto facilita le assunzioni, con buona pace di chi ha trascinato per mesi una polemica ideologica;
  • Lo spread non fa più paura: il decennale con i Bund era oltre 200 nel febbraio 2014, adesso sta sotto i 90 e ancora non è partito il Quantitive Easing. Quando partirà lo spread scenderà ancora;
  • Il dollaro ha recuperato terreno sull'Euro e ci avviciniamo alla parità. L'Italia ha tutto da guadagnarne;
  • L'Unione Europea sta attenta ai vincoli di bilancio ma finalmente si torna a parlare di crescita e investimenti (piano Juncker) e la nostra battaglia sulla flessibilità ha visto dei risultati concreti (la comunicazione sulla flessibilità della Commissione Europea);
  • Mutui e compravendita di auto crescono a doppia cifra. Mercato immobiliare, consumi, indice di fiducia delle famiglie e delle imprese tornano al segno più dopo anni. Nel primo trimestre è probabile che il Pil torni positivo dopo decine di rilevazioni negative.
Tutto questo deriva dalla solidità delle nostre riforme (l'elenco non comprende solo il mercato del lavoro ma spazia dai tanto criticati 80 euro fino alle misure innovative sulla legge di stabilità che ha abbassato le tasse per chi crea posti di lavoro e ridotto l'Irap) e dalla recuperata credibilità internazionale del Paese, che è un fattore molto importante per la fiducia dei mercati e quindi per l'economia reale. Ma naturalmente non basta.

Il quadro economico non è mai stato così invitante: si aggiunga - e su questo noi non c'entriamo niente, ma siamo felici per gli effetti - che il costo del petrolio è molto basso e questo è un dato molto significativo specie per un paese con la nostra bolletta energetica.

Insomma fuori torna a splendere il sole. Ma uscire di casa e mettersi in cammino dipende solo da noi. Per questo noi continuiamo con decisione sulle principali sfide che abbiamo davanti.

I) Riforme costituzionali. Superare il bicameralismo paritario, ridurre i poteri delle regioni e semplificare il rapporto tra centro e autonomie, eliminare gli enti inutili. Ci siamo. Martedì andiamo alla camera con il voto finale della seconda lettura. Puntiamo al referendum finale (perché per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario: la sovranità appartiene al popolo e sarà il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dirà se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no);

II) Legge elettorale. Certezza del vincitore, ballottaggio, garanzia di governabilità, parità di genere, metà preferenze e metà collegi. Manca l'ultima lettura - quella finale - alla Camera;

III) Scuola. In settimana concludiamo l'esame in consiglio dei ministri e presentiamo il disegno di legge al Parlamento chiedendo di discuterlo velocemente. Se le opposizioni non fanno ostruzionismo, ma provano a dare una mano anche migliorando il testo, non ci sarà nessun provvedimento di urgenza da parte nostra. Attenzione!!! mai vista tanta disinformazione come sulla scuola. Qui ci sono i tre video, in ordine, che ho fatto a settembre, gennaio e marzo su come abbiamo gestito La Buona Scuola. Per chi non ha tempo da perdere suggerisco di guardare solo l'ultimo ed è gradito un commento a matteo@governo.it;

IV) Rai. In settimana iniziamo l'esame in consiglio dei ministri per chiuderlo velocemente. Poi la palla passa al Parlamento con lo stesso metodo della scuola;

V) Riforma PA. In settimana la Commissione al Senato dovrebbe dare il via libera al ddl Madia. Poi aula. È una legge delega che introduce molte novità e dovrebbe semplificare il quadro. Nelle prossime settimane date un occhio a ciò che accadrà sull'innovazione.

Vi risparmio l'elenco degli altri dossier, dal fisco alla giustizia, dal terzo settore alle infrastrutture, dall'ambiente alla cultura, dalle liberalizzazioni all'università, dal sociale al turismo. Mi basta dirvi - per il momento - che ci stiamo lavorando molto, anche e soprattutto nei settori di cui i media parlano meno. E ribadisco che sul piano dei diritti metteremo la stessa determinazione che abbiamo messo e stiamo mettendo nelle altre riforme.

Sappiamo di avere una questione Mezzogiorno ancora aperta. Al Sud la ripresa non è ancora arrivata e non sarà qualche decimale di punto a farci cambiare idea. Ho molta fiducia nella capacità di alcuni progetti simbolo di trainare la ripresa: in settimana i parlamentari - che stanno lavorando molto più che in passato e a loro va la mia gratitudine - hanno approvato il DL Taranto. Penso dunque alle sfide legate a Ilva, ma anche a Bagnoli, su cui stiamo per nominare il commissario proprio nelle ore in cui festeggiamo il buon lavoro che è stato fatto sulla Città della Scienza dopo il rogo di due anni fa, a Pompei, su cui vediamo finalmente i primi risultati, fino al porto di Gioia Tauro, ai progetti turistici e imprenditoriali siciliani. Anche se non saremo mai credibili in Sicilia se finalmente non sarà speso il miliardo già disponibile per le infrastrutture idriche e di depurazione che sono ferme da troppi anni.
Sappiamo, insomma, che la situazione non è semplice. Ma anche se queste sfide sono bloccate da anni andiamo avanti tosti e decisi. Del resto questa è la legislatura in cui abbiamo portato a compimento scelte attese da decenni: la legge sulla responsabilità civile dei magistrati che aspettavamo dai tempi del referendum e di Enzo Tortora; la legge sulla cooperazione internazionale. Negli ultimi giorni poi abbiamo chiuso l’accordo per la fine del segreto bancario con la Svizzera, Monaco e Monaco e Liechtenstein e spero presto anche con il Vaticano. È stato un lavoro lungo, ma ne è valsa la pena: per decenni la frase "portare i soldi in Svizzera" è stato sinonimo di evasione. La Svizzera era la via d’uscita per chi voleva far sparire i soldi. Ora i soldi torneranno. Finalmente. La declassificazione dei documenti sul segreto di stato in una logica di trasparenza.

Mai come nel momento dell'elezione di Sergio Mattarella è stato chiaro a tutti che questo Parlamento ha la forza non solo di arrivare al 2018 ma anche e soprattutto di cambiare in profondità il sistema italiano. E se questo comporterà un attacco al potere di rendita di chi difende in modo tenace e ostinato lo status quo, beh, noi non ci tireremo indietro.

Domanda che si fa sempre in questi casi.
Qual è stato il momento peggiore? Risposta. Tutte le volte in cui abbiamo dovuto affrontare una crisi aziendale. è vero che molte sono state risolte bene, a cominciare da Alitalia, e proseguendo per Electrolux, Ast di Terni, Lucchini a Piombino, Termini Imerese, la Ferriera a Trieste, solo per citare le più rilevanti. Ma il dolore di una donna o di un uomo che perde il posto di lavoro senza che nessuno lo aiuti è indescrivibile.

Il momento migliore? È quello che deve ancora arrivare. Perché se fai politica con il cuore sai che non ti potrai accontentare, mai.

Se possiamo portare questo primo carnet di risultati, ancora per me non sufficiente ma certo superiore rispetto anche alle mie aspettative, il merito non è mio. E non è nemmeno della squadra che mi aiuta. Lasciate che lo dica chiaro, per la prima volta: tutto il merito di questo lavoro è del 41% delle elezioni europee. Ci ha dato una forza straordinaria ovunque. Ce la dà in Europa dove siamo il partito più votato. Ce la dà in Italia in Parlamento. Ce la dà dentro il nostro partito, non come forma di ricatto ma come richiamo alla responsabilità (dobbiamo discutere e farci carico delle ragioni di tutti, anche di chi non ha la maggioranza, ma nessuno può permettersi di fermare il cambiamento che gli italiani ci hanno chiesto). Il 41% inchioda il PD a una grandissima responsabilità: rispondere agli italiani che vogliono tornare a sperare. E se è vero che molto è stato fatto, diciamo la verità: il m eglio deve ancora venire. E arriverà.

Pensierino della Sera. Buon otto marzo a tutte le donne, nessuna esclusa. Da chi fa lavori umili tutti i giorni, magari prendendo meno del parigrado uomo, a chi in questi mesi fa ricerca nello spazio come il capitano Samantha Cristoforetti. L'Italia è migliore grazie al vostro impegno. Proviamo a renderla ancora più bella, insieme, per essere un Paese di opportunità davvero pari, di opportunità per tutte e per tutti.

Un sorriso,
Matteo

PS. Nei giorni scorsi ho visto il bel film di Ava duVernay "Selma - La strada per la libertà" che racconta una delle più drammatiche e vincenti sfide di Martin Luther King, in Alabama. Un bel film, ma un film. Vedere invece ieri il Presidente Obama su quel ponte, cinquant'anni dopo, circondato da alcuni reduci partecipanti a quella marcia, e pensare che dopo mezzo secolo non soltanto un uomo di colore può votare senza restrizioni, ma addirittura divenire Presidente mi ha emozionato e commosso. Leggete le parole di Obama. E anche quelle di chi lo ha introdotto, John Lewis, che allora era tra gli organizzatori della marcia e oggi siede al Congresso. Se vogliamo, la storia può fare gli straordinari. E il cambiamento che aspettiamo dipende innanzitutto dal nostro impegno. Questa, banalmente questa, è la politica. Buona domenica a tutti.

 
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lunedì 2 marzo 2015

Esito della Consultazione del 1 marzo 2015


Alle iscritte e agli iscritti del PD Lombardo,


Care e cari,

vi scrivo per comunicarvi gli esiti della Consultazione sulle autonomie locali che abbiamo organizzato nel fine settimana: hanno partecipato oltre 15mila persone, e di queste oltre 3mila hanno votato online su www.pdlatua.it.

Siamo soddisfatti della partecipazione. Per noi era la prima volta di una consultazione tematica e non di una primaria sulle candidature. Sicuramente ci sono aspetti da migliorare, e ci impegniamo a farlo. Ma nulla viene tolto al risultato: oltre 15mila votanti è infatti un dato non scontato. Anzi, se a Roma la manifestazione di Salvini fa gli stessi numeri, posso dire che la sperimentazione ha avuto successo. Per questo vogliamo rilanciarla: nei prossimi mesi potremo utilizzare questo strumento su temi anche più sfidanti.

Inoltre, vi informo che stiamo studiando nuove modalità per implementare e per informatizzare il nostro sistema di consultazione anche ai seggi . E stiamo lavorando anche alla creazione dell'Albo degli elettori per regolamentare la partecipazione alle primarie e alle consultazioni tematiche.
Conoscere in anticipo la platea degli elettori permetterà a tutti noi, infatti, di evitare polemiche e strumentalizzazioni.

Un ringraziamento speciale infine ai tanti volontari che hanno permesso lo svolgimento della nostra consultazione. E' questa forza che ci rende un grande partito.

Alessandro Alfieri
Segretario PD Lombardo

Milano, 2 marzo 2015


Prot. AA 005/2015