domenica 23 dicembre 2012

Bresciaoggi del 23/12/2012

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Primarie Pd, ce l'hanno fatta in cinque

PER IL PARLAMENTO. È scaduto ieri sera alle 20 il termine ultimo per la consegna delle firme necessarie a partecipare alla corsa per Roma
Sono Miriam Cominelli, Marina Berlinghieri Alfredo Bazoli, Alberto Tosa e Giovanna Benini A Brescia le «parlamentarie» saranno sabato 29

Intanto la data delle "parlamentarie": a Brescia il 29 dicembre, seggi aperti dalle 8 alle 21. Poi l'esito della corsa a consegnare le firme per parteciparvi: ci sono riusciti in cinque. E la corsa ha premiato gli outsider. C'era tempo fino alle 20 di ieri sera e si dovevano raggiungere le 315 firme. Non era facile: il bacino in cui pescare erano i 6293 iscritti al partito democratico bresciano e i tempi strettissimi. A raggiungere il quorum ieri sera sono stati Miriam Cominelli con 494 firme, Marina Berlinghieri 472, Alfredo Bazoli 463, Alberto Tosa, 365 e Giovanna Benini 364. Questi parteciperanno di diritto alle primarie per entrare in lista per Camera e Senato. Ma non è detto che sarà solo tra loro che il popolo democratico potrà scegliere. La platea potrebbe allargarsi fino a 32 ma se avverrà sarà a discrezione del Direttivo provinciale che si riunirà probabilmente già domani. Saranno solo i cinque che hanno superato il tetto o si arriverà a nove (altri quattro infatti, senza arrivare a 315, hanno comunque consegnato i loro "pacchetti" in via Risorgimento), ci si fermerà prima di 32? Non c'è un criterio preciso, ma parecchia discrezionalità. Ed è forse per questo, pensando di poter avere una carta in più in sede di decisione, che c'è chi ha portato le firme anche sapendo che non erano sufficienti. MIRIAM Cominelli ce l'ha fatta largamente, più di tutti gli altri. La vicepresidente del Cipec, il centro di iniziative politiche e culturali caro all'ex sindaco Paolo Corsini e responsabile delle politiche giovanili del Pd: ha solo 31 anni. È invece consigliere comunale in Loggia l'avvocato Alfredo Bazoli, che nella contesa per la leadership si è schierato con Matteo Renzi. Marina Berlinghieri è invece assessore a Pisogne. Alberto Tosa è il sindaco-operaio di Saviore dell'Adamello (lui non ha avuto bisogno di una deroga perchè il comune che guida è al di sotto dei 5 mila abitanti): 49 anni si era candidato al Parlamento anche nel 2008. Ce l'ha fatta infine anche Giovanna Benini, responsabile del Forum per le politiche dell'integrazione del partito. Lo sbarramento non l' ha superato nessun altro (di diritto vi rientrano però i deputati uscenti Paolo Corsini e Guido Galperti). Ma, come già detto, se molti hanno rinnunciato dopo avere constatato che il quorum era lontano, altri hanno consegnato ugualmente le loro più o meno nutrite mazzette di moduli firmati. Sono Pier Giuseppe Caldana, avvocato nonchè presidente dell'assemblea cittadina del Pd, che ne ha consegnate 120; Alessandra Lucchini con 119 e Gino Toffolo con 59. Rispetto a tutti i rumors che si erano sentiti in questi giorni di politici e amministratori democratici indaffarati a raccogliere le firme necessarie ad andare, semmai, a Roma, molti, dunque, o hanno rinunciato strada facendo oppure non ci hanno neppure provato. Il consigliere provinciale Pier Luigi Mottinelli, Nino Di Bernardo ex coordinatore dei circoli dell'Ovest bresciano, Marco Bertelli di Iseo, Sandro Farisoglio sindaco di Breno, Gianmaria Merenda del circolo della zona Sud est, Roberto Cammarata anche lui consigliere provinciale. E poi Serafina Bandera, coordinatrice della zona sud-est e Carla Bisleri, consigliere in Loggia, Marina Berlinghieri, Laura Parenza e Antonella Montini consigliere provinciali (che ha precisato di non avere neppure iniziato la raccolta). E POI CI SONO stati i casi dei sindaci, come Michele Orlando di Roncadelle e Pietro Bisinella di Leno, costretti a chiedere la deroga. Al primo è stata respinta, il secondo non l'ha neanche presentata, si è fermato prima, ma nè l'uno nè l'altro hanno risparmiato critiche a queste regole. Eppure c'è stato chi - e anche qui si sono levate insofferenze - ha goduto di una deroga maxi. È il caso dei parlamentari di più lungo corso - proprio di quelli -, che hanno accumulato più di tre mandati: le Bindi e le Finocchiaro, ad esempio. Una scelta che anche a Brescia non è piaciuta granchè, nè alla base nè a parte dei vertici. «Bindi e Finocchiaro hanno ottenuto la deroga ai tre mandati al quarto, quinto sesto ecc - si chiede Claudio Buizza già capogruppo degli allora Ds in Loggia - Parteciperanno alle primarie in collegi diversi da quelli in cui sono state elette. Qualcuno l'ha definito un atto di coraggio. Siamo proprio sicuri che si tratti di coraggio?». E anche il consigliere regionale Gianantonio Girelli è più che perplesso, e affida alle pagine di facebook questa considerazione. «Caro Bersani, in tutta sincerità non mi convincono certe deroghe. Davvero alcuni parlamentari di lungo corso non capiscono che il miglior contributo che possono dare è non mostrarsi così "affezionati" al posto?».

Eugenio Barboglio
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